Dopo più di cinquant’anni si può avere l’altezzosità di conoscere la propria città?
Si dice che non basta una vita per conoscere una persona, la stessa cosa può valere per i luoghi a te familiari?
Verona me la ricordo ancora con i filobus, bellissimi, verdi, con una rete capillare che arrivava fino all’estrema periferia, negli anni settanta è stato smantellato tutto per fare spazio al Co2, ed ora per combattere il “Global Warming”, causato proprio da quel famigerato Co2 e per dare un servizio di trasporti più efficiente si ritorna indietro di cinquant’anni ripristinando un servizio che c’era già.
Un piccolo esempio per domandarmi: cosa è cambiato in questa città nell’ultimo mezzo secolo?
Ho visitato molte metropoli (piccole e grandi) in Italia e in Europa, alcune vedute più è più volte, ed in tante ho visto un evoluzione, il più delle volte in meglio, ma perché nella mia Verona questo miglioramento non lo percepisco? Sarà sempre per l’analogia con le persone, che frequentandole nel quotidiano non le vedi invecchiare e come il buon vino migliorare?
Forse sarà proprio così, o forse no, forse una delle più belle città del mondo, con un patrimonio storico con pochi eguali meriterebbe di essere valorizzata molto, molto di più, forse la città dell’amore non è solo dell’amore, troppo banale accomunarla solo a due cuori, sullo sfondo, un po’ sfocato c’è un passato importante, un presente velato ma spero un futuro roseo da narrare. In questi miei scatti ho cercato di raccontare la mia Verona, quello che vedo e forse quello che vorrei.
Copyright (c) 2017 Pasquale Cotugno